L’allenamento giovanile è un processo guidato, di crescita e maturazione fisica e psicologica, attuato attraverso la pratica organizzata di opportune esercitazioni fisiche, tendenti a migliorare la propria efficienza fisica per realizzare la massima prestazione sportiva, il tutto in un contesto nel quale si realizza anche un’importante funzione educativa, sociale e socializzante.
Nelle fasce giovanili assume una notevole importanza il lavoro multilaterale, che consiste in un insieme di esercitazioni razionalmente strutturate per una crescita psichica e fisica generale, il tutto orientato verso una ben precisa meta.
La multilateralità si articola in sequenza temporale come:
– multilateralità estensiva, adatta alle prime fasce di età in quanto rivolta all’acquisizione del più ampio patrimonio possibile di strutture motorie ed esaltazione delle capacità motorie;
– multilateralità intensiva, adatta alle fasce di età che si affacciano all’agonismo, ove l’utilizzo della gamma più specifica dei mezzi e dei metodi di allenamento (addestramento) si struttura progressivamente e gradualmente per formare l’atleta di alto livello.
L’approccio multilaterale nella formazione giovanile può essere una validissima arma contro i pericoli insiti nella specializzazione precoce, ovvero un prematuro intervento unilaterale tendente ad esasperare gli aspetti specifici della disciplina praticata.
Se è vero che l’attività motoria e sportiva apporta notevoli benefici a livello fisico e psichico (Tabella) è anche vero che una specializzazione precoce può comportare seri rischi come:
– la trasformazione e specializzazione precoce degli organi e apparati più sollecitati;
– la perdita di interesse a causa della monotonia ripetitività delle esercitazioni proposte.
Queste due situazioni possono avere come conseguenza:
– la stagnazione delle prestazioni in quanto l’atleta possiede un ristretto bagaglio di schemi motori e quindi riesce ad operare solo in determinate situazioni standardizzate;
– la facilità di traumi all’apparato locomotore in quanto il sistema muscolare presenta squilibri, spesso notevoli, tra i vari settori del corpo (Tabella);
– soprattutto nelle discipline con gesto asimmetrico possono sorgere o accentuarsi gli atteggiamenti viziati e predisporre ai paramorfismi;
– l’abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori e psicologici.
Quindi, se il talento è una dote innata, è anche vero che il risultato sportivo è il frutto del passaggio graduale attraverso la motricità di base e la preparazione fisica generale, per giungere gradualmente alla specificità del gesto atletico.
Il principale obiettivo della preparazione sportiva giovanile dovrebbe essere quello di una costruzione di base delle capacità motorie, ovvero dello sviluppo armonico generale del fisico, in un contesto di educazione e formazione della personalità
Solo nel rispetto delle leggi che regolano l’accrescimento fisiologico e psicologico è possibile garantire al fanciullo, e quindi al futuro atleta, i benefici effetti di una sana attività fisica ed il risultato sportivo.
I benefici indotti dall’allenamento sportivo in età giovanile sono i seguenti
(da “Età evolutiva ed attività motorie” di G. Caldarone e M. Giampietro – Mediserve 1997):
APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO
– Corretta postura
– Migliore mobilità articolare
– Tonicità delle masse muscolari
SISTEMA ENDOCRINO-METABOLICO
– Rapporto pondo-staturale favorevole
– Aumento della massa magra attiva e riduzione della massa grassa
– Corretta regolazione del controllo diencefalico dell’appetito
– Corretto assetto glico-lipidico
APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO E RESPIRATORIO
– Bradicardia
– Valida gittata sistolica
– Miglioramento della irrorazione periferica (capillarizzazione)
– Facilitato ritorno venoso
– Pressione arteriosa favorevole
– Bradipnea
– Incremento dei volumi polmonari
– Rapida riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria dopo sforzo
– Incremento della potenza aerobica
COMPORTAMENTO E PERSONALITÀ
– Buon controllo emotivo
– Buona adattabilità
– Valida autostima
– Buona capacità di socializzazione
Le principali alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico che possono derivare dalla specializzazione precoce sono:
SCOLIOSI: Deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna.
CIFOSI: Aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna.
LORDOSI: Aumento della curva lombare fisiologica della colonna:
DORSO PIATTO: Diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche.
SCAPOLE ALATE: Abnorme sporgenza del margine vertebrale delle scapole.
GINOCCHIO VALGO: Deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della gamba.
GINOCCHIO VARO: Deviazione verso l’interno dell’asse verticale della gamba.
GINOCCHIO RICURVATO: Iperestensione del ginocchio oltre i 180°.
PIEDE PIATTO: Appiattimento della concavità mediale della pianta del piede.
PIEDE VALGO: Posizione viziata del piede in pronazione.
PIEDE VARO: Posizione viziata del piede in supinazione.
Le alterazioni morfologiche si definiscono:
Atteggiamenti viziati: difetti del portamento correggibili volontariamente.
Paramorfismi: difetti del portamento, che senza alcuna modificazione ossea, alterano l’armonico sviluppo dell’organismo. Sono difetti lievi che se ben curati non comportano alcun problema.
Dismorfismi: alterazioni strutturali ossee e muscolo-legamentose che inducono atteggiamenti posturali errati non reversibili.
Nella strutturazione temporale del processo di allenamento giovanile si possono identificare quattro tappe e relative fasce di età:
6-8 ANNI: Attività motoria ludica, gioco in tutte le sue forme (100%).
9-11 ANNI: Attività motoria ludica (80%) e formazione di base (20%).
12-14 ANNI: Formazione fisica generale (50-60%) e iniziazione all’apprendimento delle tecniche sportive specialistiche (40-50%).
15-16 ANNI: Formazione fisica generale e specifica (40-50%) e iniziazione all’allenamento sportivo specialistico (50-60%)
Alle varie fasi dell’accrescimento corrispondono dei limitati periodi di tempo dello sviluppo durante i quali vi è una reazione più intensa, rispetto ad altre fasi, a determinati stimoli di sviluppo delle
capacità motorie (FASI SENSIBILI). Dopo questi periodi si ha in genere una stagnazione che nel tempo si evolve in decremento.
Possibilità di intervento sulle capacità motorie nelle varie fasce di età
Il tipo di formazione fisica e il contenuto delle competizioni seguono un percorso di progressività e gradualità che si estende per tutto l’arco evolutivo tenendo sempre presente lo stadio di sviluppo fisico e psichico (Tabelle).
Nelle diverse fasce di età i contenuti dell’attività di formazione e delle competizioni sono i seguenti (Bellotti P.: Alcune caratteristiche della formazione fisica e dell’allenamento giovanile – Atleticastudi n. 4 1983 – modificata):
6-8 ANNI
– Esercizi formativi con carattere di gioco (correre, saltare, superare ostacoli, arrampicarsi, nuotare, ecc.)
– Giochi collettivi (“staffette” comprese)
– Giochi sportivi con regole semplificate
– Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio (pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi, ecc.)
– Esercizi di flessibilità.
Le competizioni si “confondono” con le altre attività e sono, comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni specialistiche. In teoria, non si ripete due volte la stessa “occasione di gara”.
9-11 ANNI
– Esercizi di ginnastica formativa (preparazione fisica a carico naturale)
– Esercizi formativi individuali con carattere di gioco come nella fascia precedente
– Giochi sportivi con regole semplificate
– Acrobatica elementare ed esercizi per lo sviluppo dell’equilibrio (pattinare, andare in bicicletta, sciare, andature su cordoli, assi, ecc.)
– Esercizi di flessibilità.
Le competizioni si “confondono” con le altre attività e sono, comunque, scelte tra esse. Non ci sono competizioni in cui ci si specializza.
12-14 ANNI
– Addestramento tecnico soprattutto in forma globale
– Elementi di ginnastica formativa (preparazione a carico naturale)
– Giochi sportivi con regole effettive
– Forme più complesse di acrobatica ed esercizi più complessi per lo sviluppo dell’equilibrio
– Esercizi di flessibilità
– Esercizi formativi individuali (scelta più ristretta rispetto alla gamma indicata per la fascia precedente).
Comincia a delinearsi la tendenza verso un tipo di sport e a delimitarsi il numero delle specialità in cui competere. La competizione è ancora uno dei mezzi di allenamento e di formazione.
15-16 ANNI
– Addestramento tecnico in forma analitica e globale, comprendente anche esercizi di gara
– Preparazione fisica generale a carico naturale e altri mezzi di allenamento per le qualità complementari (esercizi generali)
– Preparazione fisica specifica (esercizi speciali)
– Altri mezzi di allenamento delle qualità fondamentali
– Esercizi di flessibilità
– Giochi sportivi che presentino, dal punto di vista delle qualità fisiche richieste, la maggiore attinenza con la specialità sportiva prescelta.
Per le competizioni la scelta è delimitata e mirata, con elementi di “policoncorrenza”.
METODI ED ESERCIZI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITÀ MOTORIE
Parte integrante della processo di allenamento, la preparazione fisica viene attuata secondo due modalità:
– la preparazione fisica generale, che comprende tutte le forme di allenamento tendenti a conferire una migliore condizione organica e muscolare generale;
– la preparazione fisica specifica, fase successiva, ove le forme allenanti sono selezionate in funzione della disciplina praticata e quindi hanno, come obiettivo, il miglioramento delle abilità motorie sportive proprie della gara.
Ogni gesto e attività motoria è il risultato sinergico delle varie capacità motorie, con accentuazione di quella richiesta dalle caratteristiche specifiche della attività svolta.
Una breve classificazione è la seguente:
– Capacità Condizionali: determinate principalmente dai processi energetici, plastici e metabolici (forza, rapidità, resistenza);
– Capacità Coordinative: determinate essenzialmente dai processi di organizzazione, controllo e regolazione del movimento;
– Mobilità Articolare: determinata dalla struttura anatomo-funzionale della articolazione e del muscolo.
Il TROFISMO E LA FORZA MUSCOLARE
Sugli aspetti generali della forza e sui principi metodologici vedi su “Forza e ipertrofia muscolare“:
– Aspetti della forza muscolare.
– Principi e parametri generali.
– Mezzi utilizzati a confronto.
Metodi miglioramento del trofismo e della forza muscolare
Dagli otto agli undici anni si possono proporre esercizi, eseguiti singolarmente o a coppie, tendenti a migliorare il trofismo muscolare generale. Quindi carico naturale in posizioni che permettano la esecuzione di molte ripetizioni (20-25) nell’ambito di ciascuna serie. Dai dodici ai quattordici anni questo tipo di lavoro assume maggiore importanza a causa del rapido sviluppo in altezza e la conseguente disarmonia morfocinetica legata essenzialmente alla dismetria tra sviluppo staturale e trofismo muscolare. Pertanto il miglioramento del trofismo muscolare e della forza relativa, utilizzando il carico naturale o con piccoli pesi liberi, può essere molto utile per prevenire gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi.
Intorno ai 14 anni si può agire progressivamente sulla forza generale (costruzione muscolare) e su quella rapida utilizzando anche pesi liberi adeguati.
Alcune caratteristiche dell’allenamento a carico naturale:
– crea i presupposti per l’adattamento biologico dell’apparato locomotore e per il miglioramento della forza generale;
– è utile per il miglioramento della forza resistente nelle percentuali di carico a intensità più basse e della forza rapida nelle percentuali di carico che permettono ritmi esecutivi molto veloci;
– incide notevolmente sullo sviluppo delle capacità coordinative e della rapidità;
– non richiede complessi attrezzi di supporto;
– se applicato con progressività e gradualità riduce al minimo il rischio di traumi all’apparato locomotore;
– difficilmente può essere utilizzato per la forza massima, forza resistente e forza rapida nelle percentuali di carico più alte;
– non permette la graduazione del carico in maniera precisa e progressiva. Questo aspetto diventerà sempre più evidente nel proseguimento degli allenamenti quando occorreranno carichi sempre maggiori. Gli svantaggi si possono ridurre aggiungendo un semplice carico artificiale (cintura o giubbetto zavorrati, cinturini zavorrati per polsi e caviglie, ecc.).
Alcune caratteristiche dell’allenamento a circuito:
– ottimo per migliorare le capacità coordinative e la rapidità o la resistenza organica generale;
– per la forza muscolare, può essere un mezzo integrativo per l’allenamento giovanile o anche una alternativa per atleti non di livello o principianti che, disponendo di un tempo di allenamento limitato, desiderano migliorare contemporaneamente la forza muscolare e la resistenza organica;
– offre la possibilità di far esercitare più atleti contemporaneamente, o in rapida successione, su uno spazio relativamente piccolo;
– il passaggio continuo da un esercizio all’altro, specialmente negli esercizi più complessi, rende poco efficace l’effetto di sommazione degli stimoli ottimali (forza in generale);
– a causa dei passaggi distanziati (stimoli) sullo stesso distretto muscolare, non consente di elevare e mantenere alto a lungo il metabolismo locale (forza resistente e ipertrofia);
– sempre a causa dei passaggi distanziati sullo stesso distretto muscolare, non offre il tempo sufficiente di concentrarsi adeguatamente per di inviare in maniera intensa e selettiva gli impulsi nervosi alle fibre muscolari (forza massima e forza rapida). Sempre per la stessa ragione incide marginalmente sul miglioramento della tecnica esecutiva.
Esempi di esercizi individuali e a coppie per migliorare il Trofismo e la Forza generale utilizzando il solo carico naturale
LA RAPIDITÀ
Sugli aspetti generali della rapidità e velocità e sui principi metodologici vedi su “Rapidità e Coordinazione“:
– Aspetti generali.
– Metodi.
Metodi di miglioramento della Velocità e della Rapidità
I metodi per migliorare la velocità e la rapidità consistono generalmente in:
– giochi di squadra in campi ridotti;
– esercizi a carico naturale (minimo possibile) eseguiti alla massima velocità possibile senza raggiungere l’affaticamento ( non oltre gli 8-10 secondi per serie);
– percorsi e circuiti specifici;
– piccola acrobazia.
Come per tutte le capacità motorie, per migliorare la velocità e la rapidità occorre stimolarle adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.
LA RESISTENZA
Sugli aspetti generali della resistenza e sui principi metodologici vedi su “Resistenza organica“:
– Aspetti generali.
– Resistenza aerobica.
– Resistenza anaerobica.
Metodi di miglioramento della Resistenza generale
Oltre alla classica corsa prolungata, nuoto, sci di fondo, ciclismo, ecc., disponendo di piccoli spazi risultano ottimi i giochi di squadra ed i circuiti (Tabella e Figura).
Come per tutte le capacità motorie, per migliorare la resistenza occorre stimolarla adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.
LE CAPACITÀ COORDINATIVE
Sugli aspetti generali delle capacità coordinative e sui principi metodologici vedi su “Rapidità e Coordinazione“:
– Aspetti generali.
– Metodi.
Metodi di miglioramento delle capacità coordinative
I metodi di miglioramento delle capacità coordinative possono essere così riassunti:
– aggiunta di movimenti complessi all’esercizio di base;
– esecuzione degli esercizi in condizioni ambientali inusuali (allenamento su campo di gara più grande o più piccolo degli standard dimensionali);
– esecuzione speculare dei movimenti da entrambi i lati del corpo;
– esecuzione dei movimenti da diverse posizioni del corpo;
– mutamento del ritmo esecutivo;
– mutamento delle dimensioni dell’attrezzo usato.
Inoltre, possono essere organizzati anche dei circuiti.
Come per tutte le capacità motorie, per migliorare le capacità coordinative occorre stimolarle adeguatamente per almeno 2-3 volte a settimana.
Esempi di esercizi per migliorare le capacità coordinative
LA MOBILITÀ ARTICOLARE
Sugli aspetti generali della mobilità articolare e sui principi metodologici vedi su “Stretching e Mobilità articolare“:
– Aspetti generali.
– Metodi.
– Esercizi.
Esempi di esercizi a coppia per migliorare la Mobilità articolare