La pratica del ciclismo, pur essendo un utile metodo per mantenere e migliorare le capacità e le potenzialità del nostro sistema cardio-circolatorio e muscolare, non è esente da patologie correlate, che possono derivare da problemi di sovraccarico su alcuni distretti. Molti studi evidenziano come il collo, le mani, le ginocchia e le caviglie siano tra le sedi più colpite; esiste inoltre una zona specifica del dorso, che più delle altre, presenta spesso disturbi ed algie: è il rachide lombosacrale.
La lombosciatalgia provoca sintomi dolorosi che non devono essere assolutamente sottovalutati, perché, se in molti casi tali algie si risolvono in breve tempo, a volte possono persistere cronicizzando, oppure ricomparire a breve termine.
Per meglio capire le cause di tali dolori, riprendiamo alcuni concetti di anatomia funzionale. La colonna vertebrale è formata da singole vertebre e da dischi intervertebrali (dotati di importanti proprietà elastiche); il movimento e quindi gli stimoli di tipo meccanico sono fondamentali per mantenere la funzionalità delle strutture muscolari e delle strutture passive (dischi e legamenti) connessi alla colonna.
In particolare, i dischi intervertebrali, che rappresentano il vero e proprio sistema ammortizzante della colonna, necessitano di continui stimoli per mantenere idratato il proprio nucleo.
La colonna vertebrale è una delle strutture più forti del nostro corpo, e deve assolvere a numerosi ed importanti compiti:
- stabilità: sostiene il tronco, gli arti superiori e il capo
- mobilità: consente tutti gli spostamenti del tronco e della testa
- contenimento: protegge il midollo spinale
La muscolatura vertebrale, rappresenta il sistema di protezione della colonna; in particolare nel tratto lombare, la muscolatura posteriore o paravertebrale, assorbe tutti i carichi unilaterali alternati (come accade ad esempio quando svolgiamo delle Salite-Forza-Resistente in cui il carico di lavoro si sposta in modo alternato seguendo le spinte successive sulle pedivelle). Un ulteriore sistema di ammortizzazione, è costituito dal nostro torace, che attraverso l’aumento della pressione endoaddominale, riduce di un terzo i carichi sul tratto lombare.
La pratica sportiva, soprattutto a livello agonistico, porta il nostro fisico ad impegni protratti in condizioni posturali che non rispettano i normali carichi fisiologici. La posizione di flessione forzata della colonna, caratteristica della postura in bicicletta, accompagnata spesso dall’utilizzo di rapporti non adeguati (è caratteristica di molti ciclisti, soprattutto a livello amatoriale, l’utilizzo di rapporti duri che portano ad un sovraccarico a livello della colonna, dovuto in parte all’azione di spinta degli arti inferiori, ed in parte ad una maggiore forza che le braccia devono esercitare sul manubrio per compensare tale spinta), porta a sollecitazioni di intensità e durata superiori al normale. A questo si accompagnano tutti i traumi dovuti alle continue vibrazioni ed ai contraccolpi causati dalle asperità del fondo stradale (soprattutto nella mountainbike).
Se l’insieme di queste sollecitazioni supera la resistenza dei meccanismi di difesa, si possono verificare delle lesioni di tipo cronico (causate nel tempo da microtraumi ripetuti, con effetti lesivi cumulativi) o di tipo acuto (dovute a sollecitazioni violente).
Analizzando in modo più dettagliato le cause della lombalgia, possiamo suddividere diverse categorie, legate a differenti aspetti funzionali, anatomici, tecnici e biomeccanici.
PROBLEMI ANATOMICI : fanno parte di questo gruppo tutte le dismetrie degli arti inferiori, che portano a vistose compensazioni. L’utilizzo dei pedali a sgancio rapido e la posizione in sella molto allungata, in presenza di un arto più corto, causano una maggiore estensione del bicipite femorale e del polpaccio, e quindi un carico maggiore ed asimmetrico a livello lombare. Questo può portare ad una lombalgia da sforzo, e nei casi più gravi anche ad una scoliosi funzionale. Per ovviare a questo tipo di problemi vengono utilizzati degli spessori posti tra tacchetta e suola, oppure, nel caso la dismetria degli arti superi i 6-7 mm, può essere diversificata la lunghezza delle pedivelle e variata la posizione delle tacchette (l’arto più corto dovrà avere la tacchetta in posizione più avanzata). Naturalmente tutti questi metodi di correzione dovranno essere attuati successivamente ad una completa visita ortopedica, che individui e quantifichi in modo certo le eventuali dismetrie.
Anche le anomalie della colonna vertebrale, come scoliosi e altri difetti di assialità, possono essere causa di una lombalgia da sforzo. Nel caso di scoliosi, lo sbilanciamento del bacino, porta ad un diverso movimento degli arti inferiori, che è a sua volta causa di sovraccarico sulla muscolatura paravertebrale. In questo caso tra i possibili interventi, è possibile adottare una postura di scarico sulla bicicletta (che preveda una minor flessione del busto) oltre che un bilanciamento delle spinte degli arti differenziando la posizione delle tacchette.
PROBLEMI TECNICO-POSTURALI : fanno parte di questo gruppo tutti gli errati posizionamenti, che possiamo considerare la causa più frequente di lombalgie nel ciclismo. In prima analisi va considerata l’altezza della sella : un valore eccessivo di tale misura causa un angolo tra coscia e gamba inferiore a 25° ed un conseguente sbilanciamento del bacino, che tende ad oscillare seguendo l’alternarsi delle pedalate. Tale rollio provoca un allungamento eccessivo dei muscoli lombari, che, soprattutto nelle categorie giovanili, deve essere assolutamente evitato. Anche un altezza di sella ridotta può essere causa di lombalgie in quanto, la ridotta estensione dell’arto inferiore, soprattutto in fase di spinta, tende anch’essa a sbilanciare il bacino.
Le altre misure da tenere in considerazione sono il posizionamento della tacchetta e l’arretramento della sella. Una posizione arretrata della tacchetta porta il metatarso in posizione avanzata rispetto all’asse del pedale, con il rischio di una riduzione della mobilità articolare della caviglia, successivo appesantimento della pedalata, possibile affaticamento e contrattura eccessiva del quadricipite e dei muscoli paravertebrali, e conseguente possibile lombalgia da sforzo.
Nondimeno l’arretramento della sella, che modifica in modo diretto la posizione del bacino e della colonna, va tenuto in grande considerazione. Un arretramento eccessivo, causa uno sbilanciamento del bacino, simulando una dismetria degli arti inferiori con le possibili conseguenze.
BY Saverio Ottolini