In fisiatria, ortopedia, odontoiatria, gnatologia, oculistica, angiologia ecc. si parla ormai costantemente di postura. In effetti, gli studi della postura, grazie alle innovazioni tecnologiche, hanno compiuto negli ultimi anni grossi passi avanti. Sempre più la postura risulta implicata, come descritto in seguito, in molte problematiche muscolo-scheletriche e organiche.
La postura è l’adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale. In altre parole è il modo con cui reagiamo alla forza di gravità e comunichiamo.
La posturologia si trova così, per forza di cose, a essere una scienza multidisciplinare che abbraccia numerose branche della medicina e della tecnica. L’uomo è l’unico mammifero ad aver conquistato il bipodalismo; condizione questa che gli ha permesso il primato fra gli esseri viventi: la migrazione infatti dei muscoli masticatori in direzione caudale, ha reso possibile l’espansione cranica (non più imbrigliata dalla muscolatura masticatoria) e quindi lo sviluppo della corteccia cerebrale. A circa dodici mesi di vita si ha il passaggio graduale al bipodalismo. La formazione e l’accrescimento del sistema muscolo-scheletrico e del piano occlusale (e quindi in seguito della dentatura) sono il risultato della complessa e personale azione antigravitazionale dell’individuo. All’età di 5-6 anni si formano e stabilizzano le curve vertebrali (lordosi lombare e cervicale e cifosi dorsale) e ciò avviene grazie alla maturazione estero-propriocettiva del piede che è quindi il responsabile delle modificazioni delle curve vertebrali in posizione eretta. Il completo sviluppo della funzione posturale (sistema tonico posturale) avviene invece abitualmente verso gli undici anni e resta poi stabile sino a circa 65 anni. L’equilibrio è garantito da importanti meccanismi fisiologici ai quali contribuiscono principalmente, oltre alla corteccia cerebrale, le funzioni vestibolari (labirinto), del cervelletto, della formazione reticolare, dei recettori visivi e, in minor misura, uditivi, degli esterocettori di tatto e pressione (della pianta dei piedi in particolare) e dei propriocettori di capsule articolari, tendini, muscoli e visceri (enterocettori). Inoltre studi recenti sembrano confermare che un ruolo importante possano averlo anche i barocettori renali. Qualunque causa in grado di modificare l’equilibrio, dovunque posta lungo l’asse cefalo-podalico, avrà riflessi immediati, trasmessi per via ascendente o discendente lungo le catene muscolari, su tutti gli altri segmenti corporei modificandoli con rotazioni e/o traslazioni di compenso. E’ evidente che qualsiasi forza (di spinta, trazione , rotazione ecc.) agisca sul sistema cibernetico “uomo”, avrà in risposta un atteggiamento di compenso che si spalmerà in senso centrifugo, dal punto di applicazione della forza verso i distretti corporei circostanti, fino a interessare l’intero organismo. Tale risposta, durante il suo percorso, dividendosi in una serie di sistemi e sottosistemi di compenso, lascerà il segno, positivo o meno, della propria azione nelle varie regioni corporee. Avviene così una riprogrammazione del sistema posturale e dell’equilibrio che comporta modifiche delle principali vie afferenti, sia fisiologiche sia, dopo un certo periodo di tempo, perfino anatomiche. Nel tempo, tutto ciò influisce sulla propriocezione (coscienza di sè) con significative influenze sull’equilibrio e quindi sulla postura. Tali “alterazioni”, infatti, vengono fissate a livello corticale (della corteccia cerebrale), a vari livelli, tramite memorie biochimiche corpuscolari (acetilcolina, noradrenalina, apomorfina, ioni calcio e potassio ecc.) che poi divengono anatomiche per vero e proprio contatto tra neuroni (gap-junctions), sia a livello del sistema nervoso centrale che periferico; quindi la funzione governa la struttura. Questo fenomeno viene definito engramma motorio e rappresenta l’insieme delle esperienze motorie memorizzate dall’individuo come programmazione attivante il sistema feed-forward (anticipatorio) responsabile dell’attivazione neuro-motoria diretta. Quanto più ripeteremo, in maniera cosciente o inconscia, tali gesti motori programmati, tanto più rinforzeremo, al pari di un condizionamento neuroassociativo, quell’engramma motorio. In base alla forza scatenante, la dinamica motoria risultante potrà essere in ambito fisiologico o fuori di esso. In quest’ultimo caso, là dove il sistema non è in grado di ammortizzare la spinta compensatoria, può nel tempo insorgere o annidarsi la patologia.
Compito della posturologia è il ripristino dei corretti gesti motori, in statica e in deambulazione, riprogrammando il sistema tonico posturale in un ambito fisiologico, tramite necessariamente un intervento e un programma personalizzato multidisciplinare.
Errori posturali quindi, anche modesti, col passare del tempo sono in grado di causare prima disagi e poi patologie: sovraccarichi con conseguente degenerazione articolare (artrosi, meniscopatie ecc.), irrigidimenti e degenerazioni dei tessuti elastici (tendinopatie, miopatie ecc.), intrappolamento dei nervi, blocchi respiratori, disturbi digestivi, cattiva circolazione, problemi di equilibrio ecc. ecc. Nelle pagine seguenti analizzeremo le più frequenti problematiche legate ad essi. Partiamo descrivendo, nel prossimo capitolo, il motivo, la forza scatenante, dell’enorme diffusione delle disfunzioni posturali: il terreno piano